Chieri, in provincia di Torino:

una piacevole passeggiata fra cultura e storia locale

 

Ospitata al no 1 di un moderno e ampio edificio di Via Vittorio Emanuele II, la Biblioteca civica di Chieri con l'annesso Archivio storico comunale rappresenta una piacevole occasione di arricchimento culturale.

Fondata nella seconda metà dell'800, la Biblioteca si compone di una sezione per adulti, una per ragazzi ed una di storia locale. Nel primo settore, conservato nella sala Francone, si trova il fondo originario, consultabile solo su richiesta scritta alla direzione.

Fra gli oltre 2000 libri sinora catalogati, il più antico è un volume di storia di Paolo Rosi del 1506; pregevole l'abbozzo di frontespizio, anche se è mediocre il restauro generale effettuato. Da ricordare poi una edizione aldina, del 1557, delle Orazioni di Demostene, in ottime condizioni. Notevole, ancora, un Trattato di architettura di Vitruvio del 1523, ricco di numerose tavole xilografiche.

Da segnalare poi un volume di scienze e tecnica del 1751, con belle tavole calcografiche e legatura in pelle. Infine, un curioso Manuale per librai del 1753, in caratteristico formato orizzontale.

Non meno interessante è l'Archivio storico comunale. L'inventario generale, utile strumento di ricerca creato nel 1853, registra i documenti conservati per articoli, ad esempio: i Catasti, i Lavori pubblici, la Leva, la Sanità, la Scuola.

Significativa inoltre la raccolta di circa 300 pergamene dal secolo XIIIo.

Tra i reperti più importanti, sono da annoverare gli Statuti del Comune del 1310, vari disegni di Vittone e Quarini, gli Ordinati comunali dal 1328. Il documento più antico della città è invece un "accordo" fra Chieresi e Astigiani, in pergamena, del 1194. Da ricordare ancora un Catasto del 1424, formato da vari fascicoli legati, in carta filigranata. Fondamentale per gli studi genealogici, manca del frontespizio e della legatura originale, ma è in buono stato di conservazione. Notevole è poi una carta della città di Chieri della seconda metà del 1700, con raffigurata la cinta muraria e le sette porte di accesso. Pregevole è anche un quadro statistico della popolazione, in forma di castelletto, del 1853, con l'indicazione delle arti e dei mestieri.

Rappresenta infine una tipica documentazione di archivio la serie di Registri degli atti di matrimonio della prima metà dell'800. Da notare che all'epoca i Registri riguardanti la comunità ebraica erano separati da quelli della cittadinanza cristiana.

Insomma, soprattutto per chi abita a Torino, una escursione a Chieri è d'obbligo.

 

Silvio Gentile